sabato 16 ottobre 2010

Gorciaciof

Non posso criticare questa pellicola italiana perché sia recitata male visto che Servillo è il suo interprete principale.
Non posso criticare la regia perché il regista sa il fatto suo e mantiene alto la tensione dello spettatore.
Posso però dire che il cinema italiano è in forte crisi perché gli unici film che propone o sono storie di amore con corna come il pessimo "cosa voglio di più" oppure per cercare di essere originale si va a cercare personaggi improponibili come il protagonista omonimo di questo film.
Qui Servillo unisce doti di giocatore d'azzardo e misteriose tecniche di aggressione che riescono a stendere anche guardie del corpo carcerarie ed bodyguard di spietati uomini di malaffare. Il tutto condito con una storia d'amore anti razzista.
Il finale, totalmente copiato da una scena di Pulp Fiction, cerca di essere drammatico ma in realtà è tristemente pulp ma non in stile Tarantiniano, in stile di chi non sa più cosa inventare per chiudere un racconto traballante e cerca un colpo di scena che scade nel tragi-trash involontario.

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